LA DIPENDENZA AFFETTIVA – Come guarire.

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relazione sana La dipendenza affettiva. Come guarire.“Amatevi, ma non tramutate l’amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una sola coppa, scambiatevi il pane, ma non mangiate da un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma permettete a ciascuno di voi d’essere solo.”
Kahlil GibranNella dipendenza affettiva, l’amore verso l’altro presenta diverse caratteristiche delle dipendenze in generale, pur presentando, rispetto a quest’ultime una differenza sostanziale: essa si sviluppa nei confronti di una persona e ciò la rende più difficile da riconoscere e da combattere.
Il concetto di dipendenza affettiva corrisponde a quella che potremmo definire una vera e propria disfunzione dell’anima e che influenza negativamente qualsiasi relazione sentimentale (non solo nei confronti del partner, ma spesso anche nei confronti di un amico, di un figlio o di un genitore) essendo un quadro psicopatologico in cui il “rapporto d’amore” è vissuto come condizione stessa della propria esistenza.


Le persone dipendenti affettivamente tendono a negare i propri bisogni, presentano una bassa autostima e la loro identità appare labile (necessitando dell’altro per essere consolidata) sono convinte “che i loro bisogni non contano” o che “ non sono degni di essere amati” e vedono nell’altro la fonte di ogni benessere e, pur di mantenere e non rischiare di perdere l’oggetto amato, sono disposti a sacrificare qualsiasi bisogno o desiderio personale fino al punto di annullare il proprio Sé. L’importanza attribuita all’oggetto d’amore spinge il dipendente affettivo a preservare il rapporto “sentimentale” a tutti costi fino ad assumere un atteggiamento di assoluta “dedizione” adoperandosi affinché i bisogni e i desideri dell’altro vengano soddisfatti.
Queste persone vivono costantemente nell’ansia di poter perdere la persona amata, evento considerato insopportabile e inconciliabile con il proseguo della propria vita. Si parla di “dipendenza” affettiva proprio per sottolineare il fatto che il soggetto ha “bisogno” dell’altro come una vera e propria “droga”. La dipendenza affettiva presenta infatti le seguenti caratteristiche:

il soggetto dipendente tende a star bene solo quando è in presenza della persona amata;

Il dipendente affettivo tende ad aumentare le “dosi” di presenza/vicinanza della persona amata;

Nella dipendenza affettiva e’ chiaro quindi che l’individuo vive un perenne desiderio di fusione e attaccamento morboso con l’altro ma, accanto a questo aspetto centrale, si possono anche osservare altre caratteriste tipiche che sviluppano una vera e propria sintomatologia:
Ansia generalizzata, depressione, insonnia, inappetenza, malinconia, idee ossessive, senso d’inferiorità, gelosia, possessività’, rabbia, panico e una serie di paure:

  • Paura dell’abbandono, della separazione
  • Paura della solitudine e della distanza
  • Paura di perdere l’amore
  • Paura di mostrarsi per quello che si è

Per questo il soggetto e’:

Ossessionato
Il timore che possa essere abbandonato fa divenire “l’oggetto del desiderio” il “centro del tutto” fino al punto di non riuscire a pensare ad altro, trascurando la quotidianità, il lavoro, i figli ecc…
Incapace di cambiare
L’individuo dipendente evita ad ogni costo il cambiamento poiché questo potrebbe mettere a rischio il “rapporto”.
Rinuncia ad ogni interesse e crescita personale (spesso anche professionale) vivendo la rinuncia a Se stesso come un “sacrificio” necessario.
Costruito
Lo stato di continua tensione, l’ansia di poter perdere il partner, il terrore dell’abbandono, la possessività, impediscono al dipendente affettivo di vivere uno stato di vera intimità e genuinità con l’altro, mascherando il vero Se per compiacere l’altro.Parassitario 
Il dipendente affettivo, proprio come un parassita che vive grazie al “nutrimento” del organismo che lo ospita, si mette nella condizione di dipendere dell’altro per sentirsi vivo. Non ha piu’ proprie aspettative, interessi e bisogni ma fa propri i bisogni e i desideri dell’altro.

Manipolativo e Iperpossessivo.
Il dipendente affettivo al fine di ottenere il bisogno di sicurezza emotiva di cui necessità, instaura  atteggiamenti di possessività e controllo cercando di “controllare” non solo i comportamenti ma anche i pensieri del partner. Anche la manipolazione diventa una strategia funzionale al bisogno di sicurezza.

Chi è affetto da dipendenza affettiva non riesce a cogliere ed a beneficiare dell’amore nella sua profondità ed intimità. A causa della paura dell’abbandono, della separazione, della solitudine, nega i propri desideri e bisogni e si “maschera” replicando antichi copioni passati, quegli stessi che hanno ostacolato la propria crescita personale.

Proprio per questi motivi spesso questo tipo di personalità dipendente si sceglie partner “problematici”, portatori a loro volta di altri tipi di dipendenza (droghe, alcol, gioco d’azzardo).

Ciò sempre al fine di negare i propri bisogni, perché l’altro ha bisogno di essere aiutato.
Quasi sempre c’e incompatibilità d’anima, mancanza di rispetto, progetti di vita diversi se non opposti, bisogni e desideri che non possono essere condivisi, oltre ad essere poco presenti momenti di unione profonda e di soddisfazione reciproca.
Non ci si rende conto che l’amore richiede onesta e integrità personale perché l’amore è un accrescimento reciproco, uno scambio reciproco tra persone che si amano. Gli affetti che comportano paura e dipendenza, tipici della dipendenza affettiva, sono invece destinati a distruggere ogni forma di amore.Da queste caratteristiche si evince una grande differenza tra l’amore sano e la dipendenza affettiva: nell’amore sano il desiderio di fusione con l’altro, l’idealizzazione, il desiderio di stare continuamente con la persona amata, l’ansia di separazione, l’ossessione per l’altro, sono sostituite da forme più “mature” e reciproche di manifestazioni affettive come il rispetto, la stima, il volere il bene dell’altro; in altre parole, nell’amore sano, nella piena autonomia, si puo’ “rifornirsi” di affetto e sicurezza senza dipendenze alcune.E’ sperimentando, vivendo la vostra vera natura che conoscete la Sorgente di ogni cosa. Finché  il vero Se interiore non si esprime appieno e’ l’ego a dirigere la vostra vita. Quando la parola non ha più bisogno d’essere compresa ne d’essere difesa, quando la mente è silenziosa, tranquilla, senza attesa che la vostra vera natura può svelarsi. E’ Allora che la parola Amore avrà  il giusto senso: Pace profonda, Pienezza. Non aspetto di vivere la Pace. Sono la Pace. Non aspetto di vivere l’Amore Sono l’Amore.

Come guarire dalla dipendenza affettiva

Non è un percorso semplice e non è neanche breve, spesso è doloroso perché porta a sradicare quello che il soggetto ritiene valori di assoluta importanza per la propria vita ma che in realtà  sono manifestazioni e comportamenti distorti dell’Amore.

Il primo, inevitabile, passo è l’ acquisizione della consapevolezza ma per poterlo fare nella maggior parte dei casi diventa fondamentale ed indispensabile la presenza di un mediatore, in grado di comprendere e far comprendere quelle che sono state le dinamiche inconsce che hanno portato il “dipendente affettivo” ad assumere i tratti tipici del “disturbo di personalità dipendente”

La via Floriterapica

I fiori di Bach aiutano a guarire e a superare definitivamente una dipendenza affettiva e la predisposizione a soffrirne.

Questo schema mentale distorto si avvicina ai tratti tipologici degli individui Centaury (masochismo, autolesionismo, sottomissione, volontà debole e scarsa autostima) in particolare: l’autolesionismo (Pine) unito alla scarsa o addirittura inesistente autostima (Larch). Rimando e consiglio la lettura di questi rimedi nella sezione specifica dedicata.

LA MEDIAZIONE

Durante il colloquio personale emergeranno quasi sicuramente le caratteristiche tipologiche finora esposte ma, ovviamente non sono esaustive.

Ognuno di noi è un caso a se stante, ecco perché l’intervento del mediatore diviene indispensabile per avere un’analisi completa e dettagliata di tutte quelle dinamiche dell’individuo che l’hanno portato al disturbo di personalità dipendente; da qui la scelta mirata dei rimedi idonei (pietre e cristalli, fiori di bach, ecc…) unita all’acquisizione della consapevolezza.

In buona sostanza la guarigione dalla dipendenza affettiva non è il distacco dalla persona o dalle persone da cui si era dipendenti, bensì l’acquisizione di una autonomia affettiva; questo è ciò che permette di entrare consapevolmente e realmente in relazione con gli altri.
Guarire dalla dipendenza affettiva ed evitare che una relazione si sviluppi in questa direzione è un atto d’amore che abbiamo nei confronti innanzitutto di noi stessi. Soffrire per amore è la negazione stessa del termine “amore”, che è gioia, felicità, crescita reciproca. Amare una persona, amarla realmente, è il dono più grande che la nostra natura umana ci possa offrire. L’Amore e’ DARE e RICEVERE gioia dal farlo. L’Amore non e’ bisogno ma liberazione!

Cosa impari dalla mediazione

A comprendere le cause d’infelicità nelle relazioni
A tracciare i tuoi confini e a rispettarli
A utilizzare gli strumenti più adatti a superare lo stato di separazione dal tuo Sé originale
A sentirti più responsabile della tua vita
A esprimere le tue esigenze in modo chiaro, semplice e diretto
A non avere paura
Ad abbandonare il vittimismo
A conoscere la tua forza e volontà
A non avere più ansia
Ad avere più stima di te stesso

A conoscere più a fondo ciò che desideri
A raggiungere i tuoi obiettivi nelle relazioni
Ad aprirti alle relazioni che davvero desideri
A comprendere le lezioni che stai imparando dalle tue relazioni.
Perché un MEDIATOREPer trasformare il modo in cui ti relazioni con te stesso e con gli altri
Per guarire le ferite del passato
Per liberarti dalle dipendenze
Per sperimentare un modo nuovo di relazionarti con l’altro sesso
Per fortificarti ed equilibrarti
Per imparare a fidarti di te e della relazione
Per poter essere te stesso nella relazione
Per imparare a darti quell’amore che cerchi al di fuori di te.

Namastè

Una risposta »

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  3. Buonasera, io soffro di dipendenza affettiva,mi sono resa conto di questo e ne soffro tanto, infatti sono fidanzata da 10 anni con un uomo,vivo sola aspetto con ansia il suo arrivo se viene in ritardo, faccio delle scenate, io lo chiamo ma lui non mi chiama e ne soffro tanto mi sto logorando tantissimo, mi aspetterei calore da lui invece a volte e freddo e distante, vorrei essere seriamente aiutata, ho paura di crollare!

    • Cara Antonella, ti rispondo citando un libro che ti consiglio vivamente di leggere:
      “Donne che amano troppo” della dott.ssa Norwood
      “Se mai vi è capitato di essere ossessionate da un uomo, forse vi è venuto il sospetto che alla radice della vostra ossessione non ci fosse l’amore, ma la paura; noi che amiamo in modo ossessivo siamo piene di paura: paura di restare sole, paura di non essere degne di amore e di considerazione, paura di essere ignorate, o abbandonate, o annichilite. Offriamo il nostro amore con la speranza assurda che l’uomo della nostra ossessione ci protegga dalle nostre paure; invece le paure e le ossessioni si approfondiscono, finché offrire amore nella speranza di essere ricambiate diventa la costante di tutta la nostra vita. E, poiché la nostra strategia non funziona, riproviamo, amiamo ancora di più. Amiamo troppo.”
      Ed ora…COSA FARE PER LA DIPENDENZA AFFETTIVA?
      1.Il primo passo verso il superamento del problema è riconoscere di avere un problema.
      (leggi il mio ultimo articolo al link: https://consulenzeolistiche.com/2014/04/28/dipendenza-affettiva-siamo-vittime-di-un-narcisista-malefico/)
      2.Cercare l’aiuto di un valido psicoterapeuta.
      3.Considerare la propria salute e il proprio benessere una priorità su tutto il resto.

      Aspetto tue notizie. Om Shanti cara amica. Che la pace giunca nel tuo cuore.
      Namastè
      Ielena

      • Salve… è la prima volta che scrivo su un sito ma quanto letto qui mi ha particolarmente colpita. Da tempo ormai mi sono resa conto da sola di soffrire di “dipendenza affettiva”; anzi, a dir la verità ignoravo totalmente si chiamasse proprio così questa malattia, ma pensando alla mia condizione un giorno mi è scappato questo termine che mi è poi stato confermato cercando sul web…
        Mi sento sola e la disperazione affiora copiosa nelle mie giornate, quelle in cui lui mi mette nella condizione di temere che la nostra storia possa finire… è successo tante di quelle volte in 3 anni che ormai ho perso il conto. Il mio problema più grande è il cercare attenzioni piangendo, disperandomi, minacciando di far succedere qualcosa di brutto… In questo modo, tuttavia, ottengo sempre l’effetto contrario… lui diventa duro, sprezzante e non mi parla più del tutto… io insisto, insisto e così porto all’eccesso anche lui e qualsiasi situazione diventa esasperante…
        Purtroppo spesso coinvolgo anche i miei genitori e mia sorella, creando anche a loro un sacco di angoscia e dispiacere e suscitando anche la sua gelosia nei loro confronti… Mi sento sempre più in colpa ogni volta che non riesco a frenare l’istinto, la rabbia e l’angoscia profonda che inevitabilmente mi fa fare scenate inutili ed insopportabili x tutti…
        Tuttavia, che il mio sia un amore malato lo riconosco, ma ci sono state e ci sono anche tante belle cose in questo rapporto che vorrei preservare e salvare anche se so di non doverlo fare a “tutti i costi”…
        Mi ritengo una persona semplice, capace di provare gioia profonda ascoltando una bella canzone, sfornando un dolce, facendo la spesa o una passeggiata accarezzata dal sole… Ho quasi 30 anni e sogno da sempre una famiglia tutta mia… sogno che a volte sento veramente di poter realizzare anche grazie a lui, mentre in altri momenti mi sembra solo un’illusione che però non riesco ad abbandonare… =°(
        Grazie x avermi “ascoltata”…
        Emy

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  5. ciao Emy
    sono giunta alla conclusione che sono una dipendente affettiva.
    ho letto tantissime cose.
    ho sofferto già diverse volte dell’abbandono da parte dei mei partner.
    perchè arrivavano esasperati dal mio comportamento, che è proprio quello che descrivi tu.

    anche questa volta, tutto ad un tratto mi ritrovo in un abisso da cui non so più risalire.
    le altre volte ho cercato di superare, ma purtroppo non avevo guarito il mio essere dipendente affettiva, e mi ritrovo da capo, terrorizzata all’idea di perdere lui, terrorizzata del futuro.
    ho continuo bisogno di conferme, e piu esaspero meno ne ricevo.

    ll mio pensiero più forte è che io sono mamma, divorziata, ho 36 anni ho una bambina di quasi 9 anni, ma mi rendo conto che vivo solo per l’amore del mio compagno.
    sto male solo per lui, perchè è lo scopo della mia esistenza.
    non riesco a farmi bastare il resto della mia vita, se dovessi perdere lui,
    non vedo più me stessa e forse non mi sono nemmeno mai vista.
    ho tantissima paura.

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