Dipendenza Affettiva: siamo vittime di un narcisista malefico?

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Il nostro amore sarebbe perfetto, se solo riuscissi a non fare più i soliti errori che lo fanno arrabbiare e lo fanno allontanare. Lui si arrabbia semplicemente per far sì che io non sbagli più, che mi attenga al suo codice. Se agisce così è perché io non faccio abbastanza per lui e ho sbagliato nel non assecondare le sue esigenze, le sue richieste. Lui mi ama veramente ed io non sono capace di dimostrare quanto lo amo a mia volta…

Vi siete riconosciuti in ciò che avete appena letto? Ecco, allora dovete sapere che questi sono alcuni dei pensieri che caratterizzano il dipendente
affettivo che giustifica tutto al proprio aguzzino, addossando su di sé la colpa per le sue azioni negative.


Il dipendente affettivo mette il partner al primo posto, trascurando i propri bisogni e il proprio benessere personale, sicuri che tale benessere dipenda da quello dell’altro.
Non pensate che la situazione per voi sia questa, seppur riconoscendovi nei pensieri che ho esposto? Vi propongo, allora, un ALTRO SPUNTO DI RIFLESSIONE:
Nonostante tutta la vostra dedizione, le crisi all’interno della coppia, continuano periodicamente e sempre più frequentemente.
Più voi aumentare la vostra dedizione e la nostra abnegazione, più crescono le pretese dell’altro e maggiore diventa il suo controllo sulla nostra esistenza.
Eppure, seppur vi rendiate conto della vostra abnegazione, la “portate” come uno stendardo. Essa vi dona un senso di benessere perché vi fa
sentire utili e indispensabili: lui ha bisogno di voi e vi ama e ve lo dimostrerebbe, se solo non proseguiste a comportarvi in modo da contrariarlo.
Senza l’accudimento dell’amato la vostra vita sembra perdere di senso, di significato e si svuota.
Chi ha una dipendenza affettiva di questo tipo, è su un aereo pilotato dal partner: la rotta la decide e lui e sa come portarvi in alto o …”atterrarvi”.
Quando vi sentite portati in alto, in cima al mondo, è perché l’altro vi degna di grandi attenzioni. Ma di solito è raro e spesso succede dopo un’esplosione di violenza verbale o fisica: pianti, scuse imploranti, regali, il dire che non lo si farà più, che si è innamorati e che è proprio perché la persona è importantissima che a volte si perde la misura. Questi però sono i tipici comportamenti dei soggetti che esercitano il controllo affettivo, la manipolazione dell’altro. Difatti, appena si sente di nuovo “padrone” della situazione, il narcisista maligno, vi riporta giù in picchiata, in modo imprevisto e incontrollato e di nuovo vi sentite poco importanti, inutili, stupidi, sbagliati.

Chi è il narcisista maligno?

L’’inganno e il raggiro sono la caratteristica di tutti coloro che fanno della manipolazione uno stile di vita avente come fine ultimo rendere succube l’altro. ll narcisista cattivo, maligno, è il più patologico dei narcisisti. Sono bugiardi, ipocriti e manipolatori affettivi. Hanno un’alta considerazione di loro stessi, esagerano le proprie capacità, sono presuntuosi, si credono speciali, superiori. Pretendono di essere soddisfatti in ogni loro bisogno ed esigono un trattamento particolare. Ma questo non basta, altrimenti avremmo a che fare con un narcisista “classico”. Il comportamento del narcisista maligno porta tale soggetto ad avere anche tratti border line,
antisociali e paranoici.
I narcisisti maligni hanno come obiettivo quello di agire attraverso la manipolazione e il raggiro per far compiere al proprio interlocutore delle
azioni che tornano ad esclusivo vantaggio personale, approfittandosi dell’amore altrui a scopo egoistico. I narcisisti perversi non provano senso di colpa poiché tutto è finalizzato a soddisfare il proprio ego. Raggirano la vittima con falsa tenerezza e attenzioni, e dopo averla conquistata se ne nutrono in maniera avara fino a renderla priva di qualsiasi energia personale.
L’indizio che ci fa capire se abbiamo a che fare con un narcisista maligno è la sensazione di inadeguatezza e la presenza costante di critiche sarcastiche ed innumerevoli insinuazioni che hanno come scopo finale quello di distruggere l’autostima dell’altro fino all’incapacità di vivere. I narcisisti maligni traggono un infinito senso di piacere nel procurare umiliazione nell’altro e non accetterà mai di mettersi discussione o di sopportare critica.
I narcisisti maligni fanno finta di amare, ma non provano alcun sentimento sono anoressici sentimentali. La manipolazione costituisce il fulcro di ogni relazione e la perseveranza nella stessa la connota di perversione, ed è l’unica modalità per entrare in contatto con l’altro.

Gli strumenti di manipolazione che maggiormente utilizza sono:
– il ricatto affettivo dove l’affettività diventa una merce di scambio che non da libertà di scelta poiché ogni gesto viene valutato e misurato in funzione del tornaconto personale.
– la colpevolizzazione dove la causa dei propri problemi è sempre attribuita all’altro.
– le bugie e le lusinghe che servono solo per ottenere qualcosa dall’altro.
– la denigrazione è un processo continuo mirato a minare l’autostima attraverso la restituzione di una immagine negativa di sé che con il tempo finirà per fare propria.
– l’invadenza che vede il narcisista sempre al posto dell’altro intromettendosi nelle sue scelte e decisioni senza prendere in considerazione il suo punto di vista.
– le spalle al muro è la tecnica che chiude il dialogo manipolando i ragionamenti in modo da far passare l’altro come una persona incoerente e con idee poco chiare.
– la dipendenza indotta comprende sia quella affettiva che materiale, depotenziando e minando l’autonomia e l’indipendenza dell’altro.

Come uscire dal controllo del narcisista maligno
Il percorso da intraprendere per uscire dalla dipendenza affettiva è difficile e spesso lungo ma il primo passo da fare consiste nel cominciare a vedere e prendere coscienza dell’altro per quello che è, ovvero un manipolatore affettivo. Solo così è possibile uscire dalla trappola e liberarsi della dipendenza per costruire, in futuro, relazioni più sane.
Il secondo passo da compiere è smettere di ostinarsi a mantenere in piedi il legame illusorio. Bisogna cessare di dare energia e vigore a questo circolo vizioso che non ci dà altro che sofferenza e il voltare le spalle di chi pensiamo di amare. Bisogna abbandonare quelle convinzioni errate dell’amore come abnegazione che ci ha fatto credere che possa essere l’unico modo per ottenere affetto. Per avere questo amore “malato” siete stati disposti a tutto, avete accettato tutto, anche la violenza e il tradimento.

Il terzo passo consiste nel recuperare la vostra autostima, nel modificare i pensieri e gli schemi appresi. Questo è fondamentale non solo per allontanarci dalla attuale relazione disfunzionale ma anche per non riproporre questa modalità relazionale con altri partner.
Ricominciare ad amare se stessi e ri-mettersi al centro della propria vita è la strada da intraprendere per passare dalla dipendenza all’indipendenza, ovvero concedersi la possibilità di farsi amare in modo sano e ritrovare la serenità.

 

Bibliografia
Chapaux-Morelli, P., Couderc, P. (2011). La manipolazione affettiva nella coppia. Riconoscere ed affrontare il cattivo partner. Edizioni Psiconline 2012
Nazare Aga, I. (2011). La Manipolazione Affettiva. Quando l’amore diventa una trappola. LIT. Libri in tasca
Les Carter , D. Leccacorvi, C. (2010). Difendersi dai narcisisti. Come non farsi rovinare la vita da chi pensa solo a se stesso. TEA pratica.

Una risposta »

  1. Salve io sono un ragazzo di 27 anni vivendo una relazione del genere con mio genitore
    Sono siccuro che lui proprio come lei ha descritto sopra
    E grazie al internet che mi sono aperto gli occhi
    Di una cosa sono siccuro che voglio staccare la spina dare fine a questa relazione malata ,pero lo vedo molto difficile perche vivo anche in un paese dove l economia e 0 .sono un ragazzo ottimista.volevo il vostro consiglio
    Sulla Mia situazione . Come posso uscire da questo
    Cordiali Saluti

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