L’apatia è un comportamento o uno stato d’animo nel quale non si provano sentimenti di nessun tipo. Vede una diminuzione della motivazione nell’individuo nel compiere una qualsiasi azione o comportamento. Si caratterizza, infatti, proprio per l’assenza totale o parziale di una reazione emotiva rispetto a situazioni ed eventi in cui normalmente l’individuo dovrebbe suscitare emozioni o interesse.
Archivi categoria: PSICHE
ASSERTIVITA’: COME COMUNICARE AGLI ALTRI I PROPRI DIRITTI
“L’assertività è la capacità del soggetto di utilizzare in ogni contesto relazionale, modalità di comunicazione che rendano altamente probabili reazioni positive dell’ambiente e annullino o riducano la possibilità di reazioni negative”.Libet e Lewinsohn
Viviamo in una società di stampo competitivo ed individualistico dove ognuno viene incoraggiato a inseguire un obiettivo personale nella vita.
Questo atteggiamento propositivo di per se non è malevolo ma la realizzazione dei propri obiettivi spesso avviene calpestando gli “spazi” e nei casi più gravi la “personalità” delle altre persone. Definisco questi atteggiamenti “aggressioni competitive”.
L’AGGRESSIONE COMPETITIVA – COME DIFENDERCI
Quando stiamo subendo questo tipo di atteggiamento risulta necessario intervenire e creare un “campo” di protezione personale per riuscire ad esprimere e a far valere in maniera onesta, integra e leale i propri punti di vista, le proprie esigenze e i propri diritti
rispettando al contempo quelli degli altri.
Per raggiungere questo obbiettivo, abbiamo a nosta disposizione un particolare modo di comunicare denominato ASSERTIVITA’ che rappesenta la capacità di esprimere e far valere le proprie opinioni rispettando i bisogni e i limiti degli altri.
Essere tristi e’ funzionale…
“Quando si individua un tratto così profondamente conservato nella biologia dell’uomo, bisogna presumere che è un tratto selezionato dall’evoluzione e come tale necessario alla sopravvivenza”
Jerome Wakefield
La tristezza ha un motivo ed e’ meno negativo di cio’ che si possa pensare.
Ci obbliga a momenti di “buio” spazzando via le nostre certezze e creando uno spazio interno di vuoto grazie al quale si potra’ rinascere. La tristezza, infatti, ci conduce ad una più profonda introspezione funzionale, al guardarsi dentro e fare il punto su di sé, per poi andare avanti.
Ci insegna, quindi ad apprezzare la felicità e a fare maggiore chiarezza sulla nostra vita. Le variazioni dell’umore, se motivate dagli eventi, sono sintomo proprio di una buona salute psicologica e la tristezza rappresenta una risorsa importante per arricchire la vita emotiva che dobbiamo imparare a gestire.
Come dobbiamo gestirla
Impariamo inanzitutto a fermarci e ad entrare in contatto con la nostra tristezza
– Permettiamoci di essere tristi
Impariamo a non voler scacciare immediatamente questo sentimento – anche perché sarebbe impossibile – cerchiamo piuttosto di riflettere sul perché stiamo provando quest’ emozione: chiediamoci cosa sta accadendo nella nostra vita , cosa è accaduto, cosa vorremmo che accada. Ogni emozione ha un suo significato sta a noi interpretarlo.
– Impariamo a non vergognarci di manifestare la nostra tristezza.
Reprimere questo stato emotivo comporta disagio, rabbia, frustrazione e non fa altro che alimentare il nostro malessere.
E’ importante sottolineare pero’ che se la tristezza diventa troppo intensa, se sconfina in uno stato depressivo prolungato e comporta un marcato disagio psicologico non vergogniamoci a chiedere aiuto perche’ se una sana dose di tristezza è necessaria, tutti gli esperti sono d’accordo nel dire che se si è di fronte ad una diagnosi di depressione allora è necessario sottoporsi a terapie adeguate.
Riferimenti bibliografici:
Marshall J. “Is it really bad to be sad?”, NewScientist, 14 gennaio 2009
Voglia di dolce o di salato. Cosa nasconde questo desiderio?
Vi capita mai di avvertire un improvviso e quasi irresistibile desiderio per un certo alimento o piatto? Non c’è nulla da nascondere o da preoccuparsi, capita più o meno a tutti. Ma cosa nasconde questo desiderio? E’ un segnale che il vostro organismo vuole darvi? Ebbene, sembrerebbe proprio di si.
La ricerca di uno di questi sapori: dolce, amaro, salato, acido, piccante indica, piuttosto che un desiderio da soddisfare, uno squilibrio interno. È sintomo di una carenza, un segnale che, secondo la millenaria teoria dei 5 elementi, indica uno squilibrio del proprio sistema corpo.
Eric Berne
Eric Leonard Bernstein, conosciuto come Eric Berne (Montréal, 10 maggio 1910 – 15 luglio 1970), è stato uno psicologo canadese, autore della celebre teoria chiamata analisi transazionale.
Con l’articolo che uscì nell’edizione del 1958 dell’American Journal of Psychotherapy, l’analisi transazionale (cioè il metodo di Berne per la diagnosi e la cura) fa il suo ingresso nella letteratura della psicoterapia. I punti chiave sono l’analisi strutturale, basata sugli stati dell’Io, e la teoria dei giochi (Games) e del copione (Script). Berne individua ben presto la terapia di gruppo come ambito principe per le tecniche da lui proposte. Punti forti: la rapidità nell’ottenere miglioramenti stabili, il minore costo e quindi la maggiore accessibilità al trattamento. Questi nuovi strumenti vengono subito adottati nella lotta contro mali sociali come l’abuso di alcol.
In seguito anche venditori, educatori, assistenti sociali e volontari contribuiranno a diffondere la conoscenza e l’uso di questi strumenti nel mondo. Di pari passo verranno create Società di Analisi Transazionale, con lo scopo di garantire la certificazione dei professionisti e dei metodi e lo sviluppo (che nel tempo è stato profondo) delle teorie iniziali di Berne.
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Eric_Berne
SRI AUROBINDO
Sri Aurobindo (Calcutta, 15 agosto 1872 – Pondicherry, 5 dicembre 1950), è stato un filosofo e mistico indiano, considerato dai suoi discepoli un avatar, un’incarnazione dell’Assoluto. Poeta, scrittore e maestro di yoga, si distinse anche per il suo impegno politico in favore dell’indipendenza dell’India.
Sri Aurobindo scrive “Quando la Pace si stabilisce in noi, la forza superiore o divina dall’alto può discendere e lavorare in noi”.
Tutta la vita successiva di Aurobindo fu dedicata ad applicare questa conoscenza spirituale alla vita concreta e a quella psicofisica, per arrivare a trasformare la vita stessa e la realtà esteriore. Questa energia di Verità e Coscienza che Sri Aurobindo chiama “sopramentale” è la sola energia che può produrre una trasformazione dinamica davvero integrale e irreversibile della materia. Sri Aurobindo vede (proprio come gli antichi Rishi che composero i Veda) che il mondo manifestato non un’illusione che l’anima dovrebbe rigettare per far ritorno al cielo o rientrare nel Nirvana: il mondo è la grande scena di una evoluzione spirituale, una evoluzione o avventura della Coscienza per mezzo della quale dall’Incoscienza originaria si va sviluppando una manifestazione progressiva, in divenire, della Coscienza Divina, celata fin dall’origine o involuta nella Materia. La mente rappresenta la più alta vetta finora raggiunta dall’evoluzione, ma non è la più elevata in assoluto. L’uomo stesso, afferma Sri Aurobindo, è soltanto “un essere di transizione”. Al di sopra della mente esiste una Sopramente, una Coscienza di Verità, una divina Gnosi sopramentale che possiede spontaneamente la luce e il potere della suprema Conoscenza Divina e la cui discesa sulla terra è destinata ad apportare un radicale cambiamento nella vita e nella materia. La dimostrazione dell’attualità di questa trasformazione, che è in corso e non è di là da venire, si può trovare in quel prezioso documento di evoluzione sperimentale che sono i tredici volumi dell’Agenda di Mère: essa è aperta alla “comprensione” di tutti coloro che vogliono conoscerla e sperimentarla.
consigliati da noi
Sri Aurobindo – Reincarnazione e rinascita
Sri Aurobindo e Mére – Sull’essere Psichico
Fonte opere tradotte in Italiano:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sri_Aurobindo#Opere_tradotte_in_italiano